Quell’angelo color ciclamino*.
Ponteranica è inserita di diritto nei circuiti culturali di livello nazionale per merito del polittico di Lorenzo Lotto, datato 1522, custodito nella Chiesa Parrocchiale dei Santi Vincenzo e Alessandro, patrono quest’ultimo di Ponteranica. Il Polittico è una maestosa pala d’altare, a olio su tavola, composta di sei dipinti, tra i quali il famoso Angelo Annunciante, commissionata a Lorenzo Lotto dalla Scuola del Corpo di Cristo, patrona dell’altare nella quale l’opera è oggi collocata.
Fu Giovanni Belli, tra i sindaci della parrocchia di Ponteranica, in occasione del conferimento a Lorenzo Lotto, a nome della Congregazione della Misericordia Maggiore, della realizzazione delle tarsie della Basilica di Santa Maria Maggiore, a farne la sua conoscenza. Forse il nascere di un’amicizia ci può spiegare come sia stato possibile che un artista così richiesto, abbia accettato di eseguire un’opera di tale pregio, destinata a un piccolo paese all’imbocco della Valle Brembana.
Sulla datazione del 1522, ci fu un vero e proprio dibattito storico che trovò soluzione solo durante il restauro del polittico, affidato all’Accademia Carrara nel 2011. La firma di Lorenzo Lotto e l’anno sono difatti inseriti sulla porzione di roccia antistante la figura di Giovanni Battista. L’ultimo “2” della data, tuttavia, termina all’interno di una crepa del legno, sufficiente a creare una lettura incerta. Dubbio fugato durante il restauro perché, eliminati gli strati di polvere accumulati nei secoli, è riapparsa la data nella sua completezza: 1522, appunto.
* (G. Testori, Quell’angelo color ciclamino. 500 anni fa nasceva Lorenzo Lotto. In “Corriere della Sera”, 17 settembre 1980)
“Guarda l’angelo – avranno detto i contadini di Ponteranica per la festa della collocazione – ha giusto, giusto, il colore del ciclamino…”
I tesori popolari custoditi da architetture religiose.
L’imponente chiesa dei Santi Vincenzo e Alessandro, risalente al XV secolo con successive modifiche, presenta la facciata realizzata in pietra a vista e decorazioni varie con vetrate a mosaico di recente esecuzione. La navata unica, sotto la scenografica volta affrescata, custodisce numerose opere, tra le quali spicca il già citato Polittico di Lorenzo Lotto. Eseguito per un altare posto nella cappella maggiore, comprende immagini sacre tra cui il famoso Angelo annunciante, usato spesso come immagine-simbolo di mostre e cataloghi riguardanti l’autore, e personaggi sacri quali i Santi Pietro e Paolo, il Cristo, la Vergine e San Giovanni Battista. La parrocchiale custodisce altri gioielli, tra cui un antico organo posto sul lato destro dell’abside. Sottoposto a un recente restauro, è stato restituito all’antico splendore grazie alla sapiente opera dell’Antica Bottega Organara Piccinelli, erede diretta delle storiche botteghe Serassi e Bossi, delle quali conserva gli originari strumenti di lavoro.
Poco distante si trovano il Battistero (XVIII secolo) e il vecchio Oratorio dei Disciplini, risalente alla prima metà del XVIII e poi conosciuto come chiesa di San Pantaleone, in cui sono racchiusi numerosi ex voto, nonché quattro tele di Antonio Cifrondi realizzate tra il 1687 e il 1690.
Nelle vicinanze, nel borgo di Castello, si trova la chiesa di San Rocco, anch’essa risalente al Quattrocento e ristrutturata due secoli più tardi, in cui si possono notare resti di affreschi medievali. La chiesa presente nella località Ramera risale al Novecento ed è intitolata all’Arcangelo Michele e alla Vergine del Carmelo.
Tra antiche contrade e monumenti alla modernità.
Ponteranica ha condiviso spesso il proprio destino politico e amministrativo con il vicino paese di Sorisole, entrambi inseriti nella corte regia della Morla di epoca longobarda.
Il periodo successivo fu caratterizzato dallo sviluppo del feudalesimo che vide i due borghi finire in gestione alla diocesi di Bergamo prima, e ai monaci della valle di Astino poi. A quel periodo risalgono i primi documenti che ne attestano l’esistenza: nel XII secolo vengono infatti citati i nomi di Ponteranica e della contrada Prato della Rovere (oggi Petos).
Quell’epoca si caratterizzò per i violenti scontri tra guelfi e ghibellini e costrinse il paese a dotarsi di numerose fortificazioni, la principale delle quali si trovava nella parte alta del borgo comprendente un castello con torri e bastioni, di cui oggi si conservano pochi resti, conosciuta come Castello della Moretta. Questo toponimo ancora oggi distingue una delle contrade del paese, nuclei di storie antiche arrivate fino a noi. Gli altri borghi sono Ponteranica Alta, il centro principale; Rosciano; Costa Garatti; Pasinetti.
Il monumento alla Pace, inaugurato l’11 dicembre 1955, è stato collocato per oltre quarant’anni sulla statale, al bivio di accesso al paese, in località Pontesecco. Nel 2006, dopo un attento restauro conservativo, è stato spostato di fronte al Municipio.
Una statua di donna, in lamina di rame lavorata a sbalzo, raffigura la Pace. Ai lati del monumento sono collocate due pietre con incisi luoghi della Grande Guerra: a sinistra il Monte Grappa; a destra il Vallone di Doberdò nel Carso. Progetto dell’ing. Renzo Colleoni e realizzazione dello scultore Attilio Nani.
Altro monumento che merita una visita è quello collocato di fronte al cimitero, in via IV Novembre, dedicato ai caduti di tutte le guerre, realizzato nel 1924.
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2. I tesori popolari custoditi da architetture religiose.
3. Tra antiche contrade e monumenti alla modernità.